Processo di design

Autorevolezza individuale in Vitra

Vitra collabora con "autori" indipendenti, principalmente con designer, ma anche con architetti e artisti grafici. Quello che distingue il lavoro di questi collaboratori da quello degli altri designer è il modo in cui la loro impronta e il loro punto di vista personale si riflettono in ognuno dei loro prodotti.

Al contrario, i designer che rivestono posizioni fisse devono adattare la propria interpretazione personale alle esigenze del cliente. Noi non definiamo i nostri ruoli in termini di cliente o appaltatore. Due partner commerciali, il designer e Vitra, partono assieme alla ricerca della soluzione ottimale. Il compito dell'azienda consiste nel fornire un ambiente stimolante, supporto tecnico, input concettuali e critiche costruttive. Neppure questo, tuttavia, garantisce il successo. Talvolta un prodotto semplicemente non nasce e si deve ricominciare tutto da capo. Inoltre, il processo di sviluppo richiede sempre molto più tempo del previsto e, a volte, il risultato è molto diverso da quanto previsto in origine. L'articolo deve venire alla luce, trovare la propria identità. L'arte della gestione progettuale si basa su tale comprensione, unita all'abilità di incanalarlo sapientemente.

Il campo del design è molto esteso: dalla creazione di oggetti per edizioni particolari (molto vicini alle opere d'arte) alle attività progettuali nel quadro della produzione di massa; dall'articolo da collezione all'anonimo oggetto di uso comune, dal sensazionalmente estremo, al comodamente pratico, al banalmente mondano. Ovviamente, le manifestazioni “estreme” sono percepite in modo diverso da quelle pratiche. Gli oggetti che tipicamente si fanno strada all'interno di archivi e collezioni sono estremi: rompono con la tradizione, proponendo una soluzione brillante a un aspetto di un problema, ignorando gli altri aspetti. In breve, sono spettacolari lavori individuali, che lasciano poco spazio alla praticità dell'oggetto. Un oggetto pratico viene assorbito nell'uso quotidiano, espleta la funzione cui è destinato e procura piacere a chi lo utilizza, ma di rado va a finire in un museo, anche quando ha contribuito di gran lunga all'evoluzione di un genere.
1-3 - ©Nicole Bachmann; ©Vitra Design Museum, Archivi; ©Antonio Citterio e Partner

Tuttavia, esiste anche un altro tipo di novità, così pratica e perfettamente adatta allo scopo da essere accolta pressoché all'istante, ponendosi ben presto come standard. Si tratta di una novità tipologica. Anche gli oggetti nuovi dal punto di vista tipologico di rado vengono esposti nei musei, sebbene definiscano nuovi standard. Uno dei motivi è dato dal fatto che la qualità di tali oggetti raramente dimostra se stessa o risulta evidente spontaneamente, a differenza dei nuovi design elettrizzanti e sorprendenti. Paradossalmente, un oggetto tipologicamente nuovo richiede un investimento molto maggiore in termini di ricerca e sviluppo di base – tempo e fatica, tentativi ed errori – rispetto a un pezzo spiccatamente virtuosistico.
Talvolta, una soluzione pratica è al tempo stesso notevolmente sorprendente. Ci sono poi i grandi momenti del design.
L'introduzione dei pezzi della Vitra Edition nel 1987 ne è un chiaro esempio: un oggetto sviluppato in pochi mesi attirava l'attenzione più di una seduta da ufficio che aveva richiesto anni di sviluppo, offrendo nuove caratteristiche meccaniche, materiali innovativi e un aspetto fresco, unitamente a una nuova idea per l'ufficio. Entrambi i tipi di novità, estrema e pratica, sono importanti per il design, ma Vitra si concentra principalmente sulla praticità.

Talvolta, una soluzione pratica può essere al tempo stesso notevolmente sorprendente: sono questi i grandi momenti del design. Sono tipici di ogni disciplina: letteratura, arte, cinema. Si crea qualcosa di nuovo, che trova subito la propria espressione definitiva. Quando qualcosa è al culmine della novità, in senso epocale e non solo una collina nell'entroterra montano, indica la direzione degli sviluppi successivi per molto tempo. Un'opera pionieristica inizialmente considerata eresia diventa un classico, conservando tutta la sua rilevanza fino allo sviluppo epicamente nuovo successivo e portando con sé un cambio di paradigma. La validità di questo tipo di novità non si basa sul fatto di essere nuova appunto, ma di stabilire un nuovo equilibrio, il che è particolarmente vero quando si può accedere a tecnologie e materiali innovativi, come esemplificato, in definitiva, dai lavori di Charles e Ray Eames.
4. ©Vitra Design Museum, Archivi
5. ©Vitra Design Museum, Archivi
Vitra collabora da molti anni con alcuni designer e, saltuariamente, con altri. Una collaborazione solida di lunga data è possibile e produttiva quando è vantaggiosa, sia dal punto di vista economico, che creativo, per il designer, assicurando nel contempo la continuità a Vitra nel perseguimento dei suoi temi centrali. I rapporti speciali di Vitra con alcuni designer sono descritti più nel dettaglio di seguito. Il temperamento e il modus operandi di alcuni designer non si prestano a un rapporto continuativo nel lungo termine con Vitra, anche se collaborazioni a progetto hanno prodotto risultati rivoluzionari.

Ognuno di loro incarna, in modo particolarissimo, la tipicità del rapporto tra Vitra e i "suoi" designer: un mix di spirito pionieristico, interesse nella ricerca scientifica, determinazione incrollabile e interpretazione del design come "indagine sull'amore", come Charles Eames ha definito la confluenza di dedizione e passione che porta a soluzioni progettuali di successo.

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