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Akari 23A

Isamu Noguchi, 1951

Le Akari Light Sculptures (1951) di Isamu Noguchi sono una serie di lampade, realizzate a mano in tradizionale carta washi da artigiani giapponesi. "Attraverso la magia della carta, la durezza dell'elettricità si trasfoma e torna a essere la luce delle nostre origini: il sole". (Noguchi)

Produzione

Informazioni

Famiglia di prodotti

Akari Light Sculptures

Nel 1951 l'artista americano di origini giapponesi Isamu Noguchi iniziò a progettare le Akari Light Sculptures, un gruppo di opere realizzate a mano con carta washi che, alla fine, arrivò a comprendere oltre 100 lampade, da tavolo, da terra e da soffitto. Per questi oggetti l'artista scelse il nome "akari", una parola giapponese simile al termine inglese "light", che richiama i concetti di luminosità e leggerezza fisica. "La durezza dell'elettricità si trasforma così con la magia della carta, tornando a essere la luce delle nostre origini - il sole - e il suo calore può continuare a riempire le nostre stanze di notte". Isamu Noguchi Ogni lampada è realizzata meticolosamente a mano presso il laboratorio Ozeki, una tradizionale azienda a conduzione familiare con sede a Gifu. In una prima fase, alcuni bastoni di bambù vengono estesi attraverso le forme originali in legno disegnate da Noguchi per creare la struttura che determina la forma dell'oggetto. Ricavata dalla corteccia del gelso, la carta washi viene tagliata in strisce, che vengono poi incollate alla nervatura di bambù. Una volta asciugatasi la colla, la forma in legno viene rimossa e il paralume può essere piegato. Le Akari Light Sculptures sono contrassegnate da un logo stilizzato a forma di sole e luna che richiama anche i corrispondenti caratteri giapponesi. Questo simbolo garantisce l'autenticità di ogni prodotto.

Questo prodotto è stato progettato da

Isamu Noguchi

L’opera dell’artista e designer nippo-americano Isamu Noguchi è insolitamente multisfaccettata, spaziando dalle belle arti al design industriale. Dal 2002 Vitra ha prodotto riedizioni dei suoi progetti in collaborazione con la Isamu Noguchi Foundation di New York.